e forse l’ultimo è stato laziale, quello da Rocca – AlessioPorcu.it

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Che sia la Pisana o la Bit con spot anagnino il canto del cigno della ministra potrebbe essere in format ciociaro

Non è servito a moltissimo il caso Almasri. Certo, è servito in punto di merito a schiudere una seria e (poco serena) riflessione sui punti di tangenza tra Diritto Internazionale e sovranità delle Nazioni. Ancor più certo che sia servito a rendere fluo le sponde di un fiume con due rive da cui guardano contrapposti il centro destra decisionista e la magistratura potere autonomo dello Stato.

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Ancor più certo: il caso Almasri è servito a farci riconoscere, torti genuini o Ragion di Stato che s’impugnino, un macellaio. Tutto questo va bene, ma la sola cosa a cui non sia servita a Giorgia Meloni il caso Almasri è stata quella di distogliere più di tanto l’attenzione del mainstream dal caso di Daniela Santanchè. La premier, furba di tre cotte ed intelligente assai, ci aveva provato, a scompaginare la scacchiera.

Una premier “sacrificale”

Giorgia Meloni

Questo con un’uscita social che era come le mani di Magneto su X Men e della serie “tutti i fulmini addosso a me purché nessuno parli più di sto casino”. Ma adesso, oggi per la precisione ed oggi pomeriggio per essere cronometrici, non ci sono più cortine fumogene etico-giuridiche. Ed a partire dalle 14.00 è iniziata la decisione sulla mozione di sfiducia ad una ministra di Fdi che a Fdi è gradita fino ad un certo punto.

Contro di lei anche il risultato del sondaggio YouTrend per SkyTg24 diffuso in mattinata: a larga maggioranza ritengono opportune le sue dimissioni gli elettori del centrodestra. A difenderla resta solo Matteo Salvini che rinnega il suo antico giustizialismo (contro il Pd ed il centrosinistra) e fa sfoggio di garantismo: “Uno è colpevole quando è condannato in tre gradi di giudizio. Non vedo perché uno si debba dimettere per un avviso di garanzia o per un rinvio a giudizio“.

La signora Santanché non ha più difensori se non la Procedura garantista e qualche isolato bardo politico. E che per la vicenda Visibilia con annesso rinvio a giudizio rischia seriamente quel particolare tipo di cannoneggiamento corale che sta scritto nei protocolli militari del “Blue on blue”.

Cos’è? E’ il codice grigioverde con cui, in lessico Nato, si qualifica il fuoco amico. Che a volte è accidentale, altre – specie in politica – è intenzionale, soprattutto se attiene una situazione non più sostenibile.

Blue on blue per la ministra?

Da questo punto di vista certe analisi istituzionali della Ministra del Turismo potrebbero essere il “canto del cigno” della medesima, per non dire il “canto della Pitonessa”. Ed in questo scenario sarebbero state affermazioni laziali. “Il primo Forum del Turismo della Regione Lazio, ponendosi sulla scia del Forum Internazionale promosso dal ministero che ho l’onore di guidare, rappresenta un passo importante per questo territorio nell’ottica della costruzione di un modello turistico innovativo e sostenibile”.

Santanché lo aveva detto intervenendo “in casa” di Francesco Rocca alla Pisana. Spiegando “un modello in grado di valorizzare le bellezze del nostro territorio e, al contempo, di rispondere alle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Il dialogo e la collaborazione multilivello tra istituzioni, operatori e cittadini è dirimente per definire un’offerta turistica ampia, ricca e per tutti i gusti”.

L’analisi alla Pisana

Dopo quel “dirimente” che sembrava più potente del “We Shall Fight on the Beaches” di Churchill prima di Leone Marino la ministra aveva proseguito. E lo aveva fatto spiegando che quel format avrebbe reso non solo Roma ma l’intero Lazio una destinazione attraente e appetibile per i viaggiatori di tutto il mondo. Nel farlo, rimane fondamentale valorizzare i brand locali e regionali come parte integrante di un marchio più grande, quello del Sistema Italia”.

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Daniela Santanché (Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica)

Ecco, mettiamo il fermo e concentriamoci sul lessico del “Sistema Italia”. Cosa accadrebbe se qualcuno ribadisse con spunta rossa che esiste un “sistema Fratelli d’Italia” che non protegge più ciò che ormai non è più proteggibile?

E’ esattamente uno dei motivi per cui oggi pomeriggio il partito della premier potrebbe decidere “a sorpresa” di mollare la ministra imputata ma pervicace nel dire che non se ne andrà.

Ignazio pensaci tu

E che non lo farà (anche) perché lei conta “sull’amicizia” (empatica, non funzionale) di Ignazio la Russa. Troppi casini e troppa trama dietro gli stessi, perciò quello di oggi alla Camera sarà appuntamento cruciale. Un rendez vous sanguigno per la discussione generale “sulla mozione presentata ancora una volta dal Movimento 5 Stelle”.

“È la terza richiesta di dimissioni che il partito di Giuseppe Conte avanza nei confronti della ministra del Turismo, rinviata a giudizio per falso in bilancio per i conti della galassia societaria Visibilia. E secondo quanto apprende l’agenzia Adnkronos, il gruppo del Pd alla Camera avrebbe deciso di sottoscriverla.

Donzelliani in agguato: forse

Giovanni Donzelli (Foto: Giuliano Del Gatto © Imagoeconomica)

Il che significa una sola cosa: che se in casa Fdi dovessero spuntare franchi tiratori “donzelliani” ci sarebbero i numeri per silurare la Pitonessa, con Forza Italia che potrebbe salvarsi pilatescamente dato che alla fine a colpire la ministra sarebbe il fuoco amico. Vero è che a rigor di tecnica il voto dovrebbe comunque slittare. Perché?

E’ stato proprio La Russa a dare, riportato a La Stampa, l’indirizzo concettuale: “Le mozioni di sfiducia rafforzano lo sfiduciato quando sono individuali. Questa è la storia del passato”. Insomma, quella di oggi potrebbe essere l’ultima ma non “L’ultimissima” mozione contro l’imbarazzante posizione giudiziaria della Santanché.

E con i gruppi di maggioranza che pare “non faranno intervenire nessun rappresentante nel corso della discussione generale. Neanche FdI, partito della Santanchè, prenderà la parola perché, viene spiegato, anche nell’ultima occasione (ad aprile 2024) nessuno era intervenuto”.

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Da Kansas City ad… Anagni

Ma stavolta nulla è sicuro, e nulla vieta a Giorgia Meloni, magari usando quella tessa chat scardinata per un libro molto imbarazzante, di programmare una “mossa Kansas City” per un membro del suo Esecutivo ormai indifendibile. Da quanto si apprende “la stessa ministra sarà sì presente in Aula ma senza intervenire.

Di certo, “né le vicende giudiziarie né tantomeno il pressing dell’opposizione e la freddezza registrata dalle parti di palazzo Chigi (nessun incontro è ancora andato in scena con la premier Giorgia Meloni) sembrano toccare Santanchè” Che in realtà è stata anche al vero appuntamento potenzialmente terminale del suo mandato.

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Quello della Bit, la Borsa internazionale del turismo aperta presso fiera di Milano Rho. E che ha visto la presenza di uno splendido e funzionale padiglione a tema sulla Città di Anagni.

Non sono assolutamente preoccupata, assolutamente – ha detto – come vedete sto lavorando tranquillamente”.

Ergo si tira dritti ma con un solo dato certo: tra Anagni e la Pisana il potenziale ultimo atto di Daniela Santanché potrebbe avere i colori delle nostre terre.

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