Lo stadio Sant’Elia è una giungla, a che punto sono i lavori per il nuovo impianto?

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Fanno discutere le immagini diffuse su Instagram dalla pagina @calciatoribrutti.viaggi, che documenta le condizioni di totale abbandono di quello che un tempo era il manto erboso dello Stadio Sant’Elia di Cagliari. L’impianto, che un tempo era la principale arena scoperta della Sardegna e uno degli stadi simbolo della Serie A, è stato dismesso nel 2017. Vegetazione incolta, seggiolini divelti, strutture fatiscenti. Immagini che provocano il malumore dei tifosi rossoblù che si interrogano sulle tempistiche di realizzazione del nuovo impianto i cui lavori dovrebbero iniziare proprio nel 2025.

ANNI ’70: L’INAUGURAZIONE

Della costruzione di un nuovo stadio nel quartiere cagliaritano di Sant’Elia si iniziò a discutere nei primi anni ’60. Nel 1964 fu l’architetto Antonio Sulprizio a presentare un progetto che prevedeva l’erezione di un solo anello di forma ellittica, parzialmente sormontato da ulteriori gradinate, per una capienza massima di 35.000 spettatori. I lavori, partiti un anno più tardi, subirono modifiche a opera dell’ingegnere Giorgio Lombardi dopo la vittoria del campionato di Serie A da parte del Cagliari nella stagione 1969-70. In seguito al trionfo di Riva e compagni, la capienza fu portata a 59.972 unità, ampliabile a un massimo di 70.000 ingressi sfruttando anche posti in piedi.

Lo stadio venne completato nell’estate del 1970, quando il Cagliari poté abbandonare il vecchio Amsicora. Il primo turno casalingo nella nuova struttura si giocò il 12 settembre, per la sfida di Coppa Italia contro la Massese.

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I MONDIALI DI ITALIA ’90

In occasione dei Mondiali di calcio del 1990 tenutisi in Italia, il Sant’Elia fu incluso nella lista delle sedi ospitanti. Nel dicembre 1987, così, presero il via gli interventi di ammodernamento strutturale. Il complesso fu adeguato alle normative di sicurezza vigenti e i posti furono ridotti a un numero di 40.919 tutti a sedere. Lo stadio riaprì al pubblico il 21 dicembre 1989 per l’amichevole tra Italia e Argentina.

In occasione del torneo internazionale ospitò le gare dell’Inghilterra di Gary Lineker contro Irlanda, Paesi Bassi ed Egitto.

ANNI 2000

Nonostante gli interventi di ristrutturazione pre-Mondiali, l’impianto mostrò presto segni di obsolescenza e decadenza con importanti problemi di stabilità riscontrati fra gli anni ’90 e 2000 nelle curve e nel settore Distinti. A ridosso del campionato di Serie B 2002-2003, il Cagliari ne scongiurò la chiusura stanziando 3 milioni di euro per l’installazione di tribune prefabbricate metalliche che coprirono la pista di atletica leggera, dei vecchi spalti rimase agibile la sola tribuna centrale. La capienza dello stadio risultò così quasi dimezzata (23.486 posti).

Per questioni di sicurezza fu creato un fossato tra spalti e il campo da gioco e le panchine furono ricostruite con struttura seminterrata. I posti vennero ulteriormente decurtati arrivando a una capienza di 20.270 spettatori.

INAGIBILITÀ

Nel 2012 la commissione provinciale di vigilanza sui pubblici spettacoli dichiarò lo stadio parzialmente inagibile per indifferibili esigenze di tutela della pubblica incolumità. Le criticità riguardavano in particolare le tribune metalliche installate entro le vecchie gradinate. Vennero chiusi i settori Distinti e la Curva Sud, con posti così ridotti a 14.000 unità. La capienza minima richiesta all’epoca dalla Lega Serie A era di 20.000 unità. Il presidente Massimo Cellino, così, dispose il trasloco delle gare interne rimanenti allo stadio Nereo Rocco di Trieste.

IS ARENAS

Nel 2012-2013, i rossoblù disputarono le partite casalinghe presso lo stadio Is Arenas, struttura di Quartu Sant’Elena adeguata temporaneamente agli standard della Serie A fino a garantire una capienza di 16.500 spettatori. La commissione provinciale di controllo sui pubblici spettacoli, però, negò presto a Is Arenas la completa agibilità, così l’impianto poté ospitare un numero ridotto di tifosi. Nel corso dei lavori di adeguamento, la Procura di Cagliari riscontrò profili d’irregolarità disponendo nel febbraio 2013 il fermo del patron rossoblù Massimo Cellino, dell’allora sindaco di Quartu Sant’Elena e dell’assessore allo Sport, accusati di tentato peculato e falso ideologico sui lavori allo stadio.

SANT’ELIA BIS E DEMOLIZIONE

Scarcerato a maggio, Cellino annunciò di voler abbandonare Is Arenas e a fine giugno venne annunciato il ritorno al Sant’Elia. Nuovi lavori interessarono il vecchio stadio che tornò a ospitare le partite della squadra il 19 ottobre successivo con posti contingentati.

L’abbattimento dello stadio, però, era ormai una prospettiva improrogabile. I primi lavori volti alla demolizione presero il via il 10 marzo 2015 interessando le tribune in cemento armato dei settori Distinti e Curve. Il 18 dicembre 2015 venne presentato ufficialmente il progetto per il nuovo stadio di proprietà destinato a sorgere sul sito del vecchio Sant’Elia. Pensato come un’arena moderna “all’inglese” da 25.000 posti, dovrebbe ospitare al suo interno negozi e ristoranti. Il progetto è stato approvato definitivamente il 21 febbraio 2017 dal comune di Cagliari e il 2 marzo 2017 dalla Regione Sardegna.

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UNIPOL DOMUS

A partire dalla stagione 2017-2018, il Cagliari gioca le sue partite casalinghe nell’impianto provvisorio Unipol Domus, costruito nell’estate 2017 nel parcheggio adiacente al settore distinti del vecchio stadio e destinato a essere dismesso e smontato non appena il nuovo Sant’Elia sarà completato e omologato.

NUOVO SANT’ELIA

A fine dicembre 2024, Comune e Regione hanno firmato l’accordo programmatico per la realizzazione del nuovo stadio. “Si tratta di una grande opportunità – ha dichiarato Massimo Zedda -. Il nuovo stadio non sarà solo un polo sportivo che ospiterà, oltre alla squadra del Cagliari, anche grandi eventi come, ci auguriamo, gli Europei di calcio 2032, ma è soprattutto una grande occasione di rigenerazione urbana e sociale del quartiere Sant’Elia. Qui stiamo già intervenendo con una serie di migliorie che spaziano dal sociale alla mobilità”.

Il nuovo stadio è progettato e deve essere realizzato e gestito, in regime di concessione e in condizioni di equilibrio economico-finanziario in conformità a quanto previsto dalla “Legge sull’impiantistica sportiva”. Nel dettaglio, la Regione finanzierà il progetto con 50 milioni, il Comune si farà carico della demolizione dell’attuale impianto (10 milioni), mentre il privato che si aggiudicherà la gara dovrà farsi carico di ogni costo relativo alla realizzazione delle strutture alberghiere e ricettive, accessorie rispetto all’impianto sportivo, ma funzionali al Piano economico finanziario (P.E.F.) dell’opera complessiva che verrà sottoposto alla vincolante approvazione del Ministero dell’Economia e delle finanze.

“Questo nuovo progetto – ha spiegato la governatrice sarda Alessandra Todde – ha tre assi portanti: l’impianto sportivo, le aree verdi e l’edilizia popolare. Eliminiamo diversi volumi residenziali e commerciali per rendere meno impattante il progetto e investiamo molto sulle aree verdi che collegheranno le diverse zone dell’impianto. La Regione non sta solamente finanziando la costruzione dell’impianto sportivo, ma sta portando avanti la valorizzazione di tutto il quartiere Sant’Elia. È importante ribadire, e smentire chi continua a raccontarlo, che la Regione non sta finanziando alcun progetto che non riguardi l’impianto sportivo. Questo infatti è un progetto di riqualificazione urbana a tutto tondo che vede protagonista la città di Cagliari. E in questa direzione abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare”.





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