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Dal 6 al 7 febbraio il secondo appuntamento dal titolo “Militari pellegrini di speranza”, in occasione del Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza. Una occasione di condivisione delle proprie esperienze e di riflessione sulle questioni riguardanti la situazione attuale nel mondo, dove alcuni Paesi si trovano coinvolti in conflitti armati. Il prossimo incontro tra due anni in Ucraina
Vatican News
Organizzato dal CCEE, si è tenuto a Roma dal 6 al 7 febbraio 2025 il secondo incontro degli ordinari militari d’Europa, dal titolo “Militari, pellegrini di speranza” , in occasione del Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza, previsto per l’8 e il 9 febbraio 2025. I partecipanti hanno potuto condividere le loro esperienze e sollevare domande riguardanti la situazione attuale nel mondo, dove alcuni Paesi si trovano coinvolti in conflitti armati. Parte dell’incontro è stato anche il pellegrinaggio alla Basilica papale di Santa Maria Maggiore e il passaggio della Porta Santa.
La pace, primo segno di speranza
L’incontro è stato aperto dai saluti di SE Mons. Gintaras Grušas, presidente del CCEE e ordinario militare per la Lituania. “Stiamo vivendo un periodo storico con molte instabilità. Il nostro particolare benvenuto va ai nostri fratelli ucraini che si trovano ancora in una situazione di guerra”, ha detto, sottolineando il tema dell’Anno Giubilare “Pellegrini della Speranza” ed esprimendo l’augurio che il Giubileo sia fruttuoso per tutte le truppe riunite a Roma, affinché possano sperimentare la vera speranza e portarla nelle proprie famiglie e nazioni. Monsignor Santo Marcianò, ordinario militare per l’Italia, da parte sua, ha sottolineato l’importanza di questo incontro che rafforza le relazioni tra i vescovi militari al servizio della Chiesa in Europa: “La pace è un primo segno di speranza, e le forze armate sono operatori di pace, che proteggono i deboli, aiutano nelle situazioni di emergenza e nei Paesi poveri”.
“La speranza contro ogni speranza”
Nella prima sessione di lavoro dedicata al tema Militari, pellegrini di speranza, padre Giulio Michelini, OFM , docente di Sacra Scrittura presso l’Istituto Teologico di Assisi, ha offerto una riflessione dal titolo “La speranza contro ogni speranza” . Prendendo spunto dalla lettera paolina ai Romani (Rm 4,18), ha presentato la speranza attraverso il personaggio biblico di Abramo, la cui speranza è strettamente legata alla fede. “La speranza cristiana non è passiva, ma attiva – ha affermato -. Abramo non si limita a credere a una promessa; agisce in base ad essa, esce dalla sua terra, si muove, lotta e spera. Allo stesso modo, la speranza che vi è affidata non è un’attesa inerte, ma un impegno concreto. Voi siete chiamati a portare la speranza attraverso le vostre parole, i vostri gesti, la vostra presenza”.
Messa con il cardinale Prevost
I vescovi militari hanno concluso la prima giornata di incontro con un pellegrinaggio alla Porta Santa della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e con la Messa nella Cappella Paolina della Salus Populi Romani, presieduta dal cardinale Robert Prevost, prefetto del Dicastero per i Vescovi, che nell’omelia ha sottolineato: “Siamo chiamati a essere portatori e artefici di speranza in un mondo afflitto dalle guerre, dai conflitti sociali e dalle crisi diverse. Facciamo che la nostra vita e il servizio che offriamo sia eco agli appelli del Santo Padre Francesco, affinché la pace nel mondo e l’accoglienza a chi viene da fuori, siano tra i primi segni di speranza di quest’Anno Giubilare”, ha affermato il porporato.
Analisi dei conflitti in corso
La seconda giornata dei lavori si è aperta con l’intervento del Generale Luciano Portolano, capo di Stato Maggiore della Difesa italiana. Il tema del suo discorso è stato incentrato sull’impegno delle Forze Armate italiane nell’affrontare le sfide per promuovere la pace e la sicurezza internazionale. Il generale ha offerto un’analisi completa della situazione dei conflitti in corso a livello globale, a cominciare dalla guerra in Ucraina, ribadendo che per giungere a una pace e giusta durata, è necessario garantire sicurezza e sviluppo economico, e il riconoscimento di diritti e doveri. Citando la Pacem in Terris del Papa San Giovanni XXIII, ha ricordato che la verità è uno dei quattro pilastri su cui si sostiene la pace, insieme a giustizia, amore elibertà; una pace continuamente attaccata e indebolita da campagne di “pressione” (guerra cognitiva) che costituiscono una minaccia particolarmente avvertita dalle nazioni occidentali.
Il prossimo appuntamento
Nell’ultima sessione di lavoro, i vescovi hanno presentato le attività dei propri Ordinariati e si sono confrontati su questioni e temi di urgente attualità. Il prossimo incontro degli Ordinari militari d’Europa si terrà tra due anni in Ucraina.
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