Startup, clima, occupazione: l’altra faccia del Summit di Parigi sull’IA

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Con l’AI Action Summit di Parigi, Macron ha ribadito la sua ambizione di competere con Stati Uniti e Cina in un settore che, oggi più che mai, definisce il futuro dell’economia, della società e degli equilibri geopolitici. Ma la straordinaria diffusione dell’IA solleva anche interrogativi cruciali: che mondo ci aspetta nei prossimi dieci anni?

Il problema è anche la soluzione?
Se n’è discusso per due giorni, con capi di Stato, ministri e imprenditori da oltre 100 Paesi. E startup, tra cui la mia, invitata con altre al Summit direttamente dal Ministro degli esteri francese: sei anni fa, quando ho fondato BigProfiles.ai, non l’avrei mai immaginato possibile.

Come ha affermato il premier canadese Justin Trudeau, “nessuno in questa conferenza sa come sarà il mondo fra 10 anni”, ed è proprio questa incertezza a generare timori sull’IA. La sua capacità di pensare e produrre contenuti testuali e visuali impatterà negativamente sui posti di lavoro di molte professioni? Il primato sull’intelligenza artificiale di alcune nazioni non rischia di lasciare indietro i Paesi in via di sviluppo? L’enorme consumo di acqua ed energia elettrica richiesto dai data center che addestrano algoritmi di IA non aggraverà la crisi climatica?

Tuttavia, il dibattito ha anche evidenziato come questa tecnologia possa essere una soluzione e non solo un problema. Uno dei temi più dibattuti, ad esempio, è stato l’impatto ambientale dell’IA: si calcola che entro il 2035, i data center consumeranno fino al 6% dell’energia mondiale. Un dato allarmante, che pone una sfida cruciale: come rendere l’intelligenza artificialepiù sostenibile?

Secondo Sasha Luccioni, AI and Climate Lead di Hugging Face, la risposta è nell’IA stessa. L’intelligenza artificiale può infatti aiutarci a progettare hardware più efficienti, sviluppare nuovi sistemi di raffreddamento per i server e monitorare fenomeni ambientali critici come incendi, alluvioni e deforestazione. Un esempio concreto è il Project Guacamaya, presentato da Microsoft. Questo sistema utilizza IA e satelliti per monitorare la deforestazione dell’Amazzonia, fornendo dati cruciali per la protezione della biodiversità.

Intelligenza accessibile
E poi l’occupazione: il direttore dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro dell’ONU Gilbert Houngbo ha spiegato che da quando è stata introdotta l’AI nella radiologia, il numero di radiologi è aumentato, in quanto è migliorata la precisione, la rapidità e il costo di una radiografia, rendendola accessibile a più persone.

Per la mia startup vale lo stesso. In BigProfiles.ai sviluppiamo l’AI Agent per i Predictive Analytics, un‘intelligenza artificiale in grado di fornire a un’azienda modelli predittivi anche in assenza di un team di esperti data scientists. Oggi i consumatori si aspettano un’esperienza personalizzata, ma come possono le aziende sapere quale cliente ha intenzione di abbandonarli nei prossimi 30 giorni? Oppure di quale prodotto ha più bisogno ognuno di loro o quali sono i clienti migliori per un upsell?

Per rispondere a queste domande è necessario un modello predittivo per ogni comportamento da prevedere, addestrato con i dati dei comportamenti passati dei clienti. Tuttavia, solo le aziende più grandi possono permettersi di investire anni e milioni nella creazione di un team di esperti data scientist che realizzino a mano ogni modello con mesi di lavoro.

BigProfiles è un Agente AI che crea autonomamente modelli predittivi per il comportamento dei clienti in pochi minuti. Aziende di qualsiasi dimensione in 15 Paesi del mondo implementano decine di modelli in grado di prevedere i comportamenti dei clienti, come la propensione all’acquisto o all’abbandono, grazia alla nostra intelligenza artificiale. Questo significa democratizzare una tecnologia prima destinata solo a poche grandissime realtà, rendendola accessibile a qualsiasi azienda possegga un database.

Colmare il divario
Particolarmente rilevante è stata la presenza all’evento di startup africane, come Zindi Africa, il più grande network di data scientists del continente. Il digital divide rimane un problema fondamentale per i Paesi in via di sviluppo, nei quali il 70% delle persone non ha accesso a internet. Tuttavia, il 60% degli utenti di sistemi di GenAI proviene dal sud del mondo. Il motivo risiede nel fatto che l’intelligenza artificiale aiuta persone e aziende con poche risorse a effettuare task complessi, come apprendere nuove competenze, produrre contenuti o scrivere codice di programmazione.

Inoltre, le nuove tecnologie applicate all’agricoltura possono fornire soluzioni per diminuire l’acqua necessaria alle coltivazioni, come nel caso della startup Enfarm di Singapore, la cui intelligenza artificiale applicata a sensori inseriti nel suolo consente anche di ridurre del 20% l’uso del fertilizzante.

Il Ceo di Google Sundar Pichai ha poi presentato il nuovo Gemini Deep Research, il modello che, prima di rispondere ai quesiti dell’utente, si documenta effettuando autonomamente ricerche online.

A chiudere i lavori il presidente Macron, con un annuncio clamoroso: la Francia investirà 109 miliardi di euro in Intelligenza Artificiale, pareggiando gli Stati Uniti, che stanno portando avanti il mastodontico progetto Stargate. Con questa mossa, Parigi punta a diventare un hub di riferimento per l’intelligenza artificiale, attrarre talenti e startup da tutto il mondo e ridurre la dipendenza dalle big tech americane e cinesi.

*Fondatore di BigProfiles.ai



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