ecco gli eredi del presidente

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Il clan di Vladimir Putin negli ultimi mesi è uscito allo scoperto, sulla scia di altri discendenti di esponenti dell’aristocrazia del regime, segnale del rimescolamento in atto degli equilibri fra le diverse componenti delle élite innescato dalla guerra e quindi dalla redistribuzione delle risorse, in cui i familiari del Presidente si muovono per occupare velocemente caselle di potere.

Lo stesso presidente, che ha 72 anni, si è lasciato andare per la prima volta a qualche commento pubblico sui suoi. Rivelando per esempio che “i piccoli della famiglia” parlano cinese, e con loro ama guardare film storici russi.

“Prima o poi, i discendenti delle élite russe dovranno confrontarsi con una transizione di potere. Con la guerra in corso, riconoscere che prima o poi Putin dovrà lasciare il potere si è fatto meno urgente. Eppure la questione non è scomparsa e deve interessare la famiglia del Presidente prima di qualsiasi altro esponente dell’élite”, sottolinea Elizaveta Fokht, giornalista per la Bbc Russia in un articolo pubblicato da Carnegie Politika.

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La figlia maggiore di Putin, Maria Vorontsova nel gennaio del 2024 ha rotto il tradizionale riserbo e si è fatta intervistare. Niente politica, nessun riferimento al padre. Il tema è rimasto confinato alle tecnologie mediche di cui si occupa. Ma dell’intervista si è parlato molto, oltre l’ambito ristretto del tema a cui era dedicata. Pochi mesi dopo, in estate, Vorontsova ha tenuto per la prima volta un discorso al Forum economico di San Pietroburgo, il palcoscenico più importante che le elite hanno a disposizione per esibire il loro potere. Lo stesso ha fatto la sorella, Katerina Tikhonova, che era intervenuta solo un’altra volta alla conferenza, nel 2021.

Anche Anna Tsivileva, psichiatra, moglie di Sergei Tsivilev, governatore della regione di Kemerovo, co-proprietario della miniera di Kolmar ha preso parte al Forum del 2024, partecipando a un panel sui valori tradizionali. Fino al 2022 era una perfetta sconosciuta. Ma la sua carriera ha preso il volo dopo che i giornali hanno scoperto che era cugina prima di Putin, nome da nubile Anna Putina.

Nel 2023, il Presidente ha nominato Tsivileva direttrice della Fondazione dei difensori della patria, l’agenzia che segue i soldati russi dispiegati al fronte. L’anno successivo, poco dopo il Forum di San Pietroburgo, in pieno repulisti degli uomini di Sergei Shoigu nell’apparato della difesa, è stata nominata vice ministra della difesa. A dicembre, in un intervento alla Duma ha per errore divulgato che erano almeno 48mila le richieste di esami del dna al fine di ottenere informazioni su parenti dispersi al fronte in Ucraina, un dato riservato e utile per calcolare il numero delle vittime al fronte. Ma nessuno ha detto nulla.

L’ex atleta olimpica Alina Kabaeva, la madre di due figli di Putin secondo informazioni mai confermate dagli interessati, ha iniziato a partecipare a show televisivi e a intervenire sui social, come fondatrice dell’accademia di ginnastica ritmica Grazia celeste, una scuola che ha il suo circuito di gare, con regole proprie, e che ha partecipato, a nome della Russia, ai Brics Game, la risposta di Mosca alle Olimpiadi, e organizza competizioni all’estero, in Paesi come la Cina e il Qatar. L’Accademia ha ricevuto in dono da Gazprom un palazzo da due miliardi di rubli di valore (20 milioni di euro), molto più visibile dell’incarico che Kabaeva aveva avuto in precedenza al National Media Group del banchiere Yuri Kovalchuk.

Non sono stati solo i familiari di Putin a essersi fatti vedere al Forum economico di San Pietroburgo della scorsa estate. Hanno partecipato diversi figli di esponenti dell’élite, presenza già evidente nel nuovo governo definito con il rimpasto che ha fatto seguito al nuovo mandato di Putin al Cremlino lo scorso anno. Dmitry Patrushev, figlio di Nikolai, ex segretario del Consiglio di sicurezza, era stato nominato vice Premier. Boris Kovalchuk, figlio di Yuri, è a capo della Corte dei conti. Vladimir Kiriyenko, figli di Sergei, primo vice capo di gabinetto dell’amministrazione, è ceo di VKontakte. Roman Rotenberg, figlio dell’oligarca Boris, è capo allenatore della squadra di hockey Ska di San Pietroburgo, e vice presidente della lega di hockey Kontinental, senza aver alcuna esperienza professionale nel settore.

La Sogaz di proprietà di Kovalchuk ha anche finanziato la Nomeko, l’azienda nel settore medico di Vorontsova. Mentre la fondazione Innopraktika di Tikhonova all’Università di Mosca ha vinto appalti pubblici.

La riservatezza ha protetto a lungo i familiari di Putin dalle sanzioni introdotte dai Paesi occidentali. Ma dal 2022, anche grazie alle rivelazioni dei media indipendenti e della Fondazione anti corruzione di Aleksei Navalny, la barriera è caduta. Tikhonova e Vorontsova sono colpite da sanzioni americane come figlie di Putin (mentre l’Ue non scrive nulla accanto al loro nome). Tsivileva è inserita nelle misure restrittive britanniche come parente del Presidente, in quelle americane anche con il suo nome da nubile di Anna Putina (le misure Ue si riferiscono a lei solo come Presidente dei difensori della patria). Kabaeva è colpita da sanzioni Usa per “i suoi stretti legami” con Putin (mentre l’Ue la sanziona per il suo ruolo di presidente del ‘board’ dei direttori del National Media Group).

L’oscuramento dei media indipendenti e dell’attività della Fondazione anti corruzione in Russia di certo ha facilitato la maggiore esposizione della famiglia, senza più il timore di essere paragonati alla ‘semya’ di Boris Eltsin e all’appropriazione di cariche e patrimoni pubblici di cui si rese protagonista nella seconda metà degli anni Novanta, il periodo di caos della Russia che Putin si è sempre vantato di aver risolto.

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