Al momento gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi, compreso il dolo. Le fiamme non sono state ancora domate, dopo ore di lavoro dei vigili del fuoco. La paura dei dipendenti per il futuro dell’azienda, fornitrice del colosso delle carni Cremonini
Sono almeno 180 i dipendenti dell’Inalca di Reggio Emilia che si sono radunati davanti ai cancelli dello stabilimento dell’azienda dove, ieri intorno all’1.30 di notte, è divampato un incendio che continua a bruciare tutt’ora, seppure con meno violenza rispetto alle prime ore del mattino. Secondo le prime ricostruzioni, le fiamme sarebbero scaturite da un locale tecnico e da lì si sarebbero estese anche ad alcuni capannoni vicini. Non riportano lesioni o intossicazioni i dipendenti, nemmeno i pochi tecnici e manutentori che si trovavano nello stabilimento durante la notte e hanno dato l’allarme. Molti di loro sono in lacrime davanti ai cancelli dell’impianto attivo nella lavorazione delle carni per conto del gruppo Cremonini in attesa di conoscere le sue sorti. I danni sono ingenti e l’impianto appare semidistrutto.
Le analisi della qualità dell’aria dopo l’incendio dell’Inalca
Nel corso della mattinata la colonna di fumo è stata visibile da chilometri di distanza, mentre il calore ha sciolto le tapparelle di alcune case vicine allo stabilimento. Il Comune di Reggio Emilia, in via precauzionale, suggerisce alla popolazione presente nelle aree adiacenti all’area dove si è sviluppato il grosso incendio non soggiornare nei pressi del rogo e chiudere le finestre. Arpae, l’agenzia regionale dell’ambiente e Ausl, stanno effettuando i rilievi sulla qualità dell’aria. I primi risultati comunicati rilevano valori al di sotto delle soglie di allarme. L’odore nell’aria rimane molto acre e ulteriori accertamenti sono previsti nelle prossime 48 ore, con particolare riguardo per le scuole vicine.
La zona dell’incendio a Reggio Emilia
La superficie complessiva interessata dal rogo è pari a 23mila metri quadri, situati all’interno di un unico grande sito produttivo noto come ex Assocarni. Questo include anche Salumifici GranTerre, il cui stabilimento, però, non è stato intaccato dalle fiamme. E il magazzino di stoccaggio delle materie prime per conto di Cirfood che è invece stato coinvolto nel rogo.
L’inchiesta della Procura di Reggio Emilia
Le cause sono in corso di accertamento da parte della polizia. È stato aperto un fascicolo dalla Procura di Reggio Emilia. Al momento si indaga senza escludere nessuna ipotesi, anche se dalle prime informazioni raccolte – a quanto si apprende – non ci sarebbero elementi che fanno pensare al dolo. Maggior dettagli saranno disponibili quando la squadra mobile della questura di Reggio Emilia e i vigili del fuoco potranno accedere liberamente ai locali che al momento sono ancora interessati dai roghi e lo saranno verosimilmente almeno fino a sera.
Scattano gli ammortizzatori sociali per i dipendenti
In una nota, l’azienda ha spiegato come Inalca «è impegnata a garantire il futuro dei circa 180 lavoratori e con le parti sociali saranno attivati gli ammortizzatori sociali a tutela dei livelli occupazionali». L’azienda precisa inoltre che «nessuna persona è stata coinvolta nell’incendio: questa è stata la prima preoccupazione dell’azienda – sottolinea – ed è confermato che nessuna persona ha subito danno. I dispositivi di sicurezza hanno permesso di diramare tempestivamente l’allarme antincendio, consentendo un intervento rapido dei Vigili del fuoco».
Quanto alle cause, «al momento è prematura qualsiasi considerazione: sono in corso le indagini da parte delle autorità competenti». Lo stabilimento «era destinato alla lavorazione di carni fresche per conto terzi, con prodotti confezionati destinati alla grande distribuzione. L’azienda sta riprogrammando la produzione negli altri stabilimenti del Gruppo ed è impegnata a garantire il futuro dei circa 180 lavoratori. Con le parti sociali saranno attivati gli ammortizzatori sociali a tutela dei livelli occupazionali». Per quanto riguarda l’impatto ambientale, «al momento non sono segnalate situazioni di eventuali contaminazioni».
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