Pronta la legge per gli impianti fotovoltaici in Friuli Venezia Giulia: ecco le nuove regole

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È partito l’iter per approvare una legge regionale volta a definire le aree idonee e quelle non idonee a realizzare impianti di energia rinnovabile con le audizioni in IV Commissione consiliare (Energia e Ambiente). Il fine del disegno di legge (il ddl 38) presentato in aula dall’assessore alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro, è quello di «minimizzare gli impatti sull’ambiente, sul paesaggio, sul patrimonio culturale, sulle attività agricole e sul territorio in generale».

Il Friuli Venezia Giulia, ha rivendicato l’assessore, «sarà tra le prime regioni d’Italia a normare in questo senso». Non si tratta però di una norma che avrà il potere di definire aree in cui è escluso si possano edificare impianti, ma potrà solo prevedere procedure autorizzative più stringenti per le aree non idonee.

Il contesto

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C’è un vero e proprio boom di domande di autorizzazione alla costruzione di tali impianti che arrivano agli uffici regionali, tanto che tra gennaio e dicembre 2024 sono aumentate del 225%. Sono in tutto 28 gli impianti industriali autorizzati (5 le domande rigettate) l’anno scorso.

Nel solo gennaio 2025 sono giunte altre 19 istanze. Se dal punto di vista della decarbonizzazione l’intensificarsi di questo tipo di investimenti è una buona notizia, nelle campagne del Friuli Venezia Giulia sta però salendo l’allarme speculazione: fondi d’investimento opzionano vasti lotti di terreno agricolo su cui costruire parchi fotovoltaici, cosa che porta con sé un impatto paesaggistico pesante e rischia di desertificare terreni altrimenti produttivi.

Tra i vari casi in Friuli Venezia Giulia, emblematico è quello del progetto che porterebbe i pannelli solari ad Aquileia, a pochi passi da un sito Unesco, o quello di Romans d’Isonzo, dove il fotovoltaico verrebbe installato su terreni agricoli che confinano con l’abitato. In totale nel 2024 sono stati autorizzati 67,39738 MegaWatt di impianti industriali fotovoltaici in 12 progetti, che una volta costruiti si stima occuperanno 67,4 ettari e 89,16 MegaWatt di impianti agrivoltaici che si può stimare occuperanno 267,48 ettari.

L’obiettivo assegnato entro il 2030 al Friuli Venezia Giulia è di produrre 1.960 MegaWatt tramite fonti rinnovabili per contribuire agli 80 GigaWatt che costituiscono l’obiettivo italiano al 2030 in base al Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec). Ad oggi, è stato detto in aula da Paolo Cuccia di Terna, sono 660 i MegaWatt da fonti rinnovabili autorizzati in Friuli Venezia Giulia.

Per arrivare al target 2030, dovranno essere autorizzati altri 1.300 MegaWatt in 5 anni, ovvero 260 MegaWatt all’anno. Non tutti dovranno essere prodotti dall’energia solare, ma questo tipo di progetti, tra fotovoltaico e agrivoltaico, costituisce la metà (14 su 28) di quelli approvati dalla Regione.

La norma

Come detto la norma, individuando le aree idonee, mira a rendere più appetibili alcune zone per questo tipo di investimenti. Per costruire un impianto in queste si potrà accedere a una procedura autorizzativa semplificata, che prevede anche un parere non vincolante di natura paesaggistica. Tra le aree idonee rientrano siti già edificati o di minor pregio, degradati o non idonei ad altri usi.

Oltre a tettoie, parcheggi, aree di servizio, è indicato anche l’obiettivo di privilegiare zone vocate a destinazione industriale, commerciale o artigianale, nonché siti contaminati, discariche, aree lungo il sistema infrastrutturale, superfici di strutture militari e aree militari dismesse se non utilizzate o non utilizzabili per altri scopi. L’obiettivo è coniugare la riqualificazione urbana con la produzione di energia rinnovabile.

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Tra le aree non idonee saranno inserite quelle agricole di classi 1 e 2 (tra cui le aree destinate a produzioni Dop, Igp e Doc). Si faranno eccezioni per i progetti che fanno riferimento a Comunità energetiche rinnovabili o sono parte di progetti finanziati dal Pnrr. L’individuazione delle aree non idonee sarà rimandata a una deliberazione della giunta.

Ma in generale saranno protette aree di pregio paesaggistico come i siti Unesco o i contesti delimitati dal Piano paesaggistico regionale, di interesse naturalistico come i siti parte della rete Natura 2000, parchi e riserve e le aree con rischio idrogeologico superiore a P2. Ci sarà una fascia di rispetto di luoghi di particolari beni culturali o luoghi di particolare bellezza naturale tra i 500 metri e i 7 chilometri. Inoltre il dettato dispone che siano coinvolti i cittadini e i portatori d’interesse per la realizzazione di impianti da più di 1 MegaWatt.

Le zone idonee e non idonee saranno mappate sulla piattaforma WebGis Eagle.fvg. Riguardo alle aree agricole, la valutazione sarà positiva solo se la superficie agricola contigua sarà pari ad almeno nove volte la superficie occupata dall’impianto e se la copertura della superficie dell’impianto da realizzare, sommata a quella degli impianti della stessa tipologia autorizzati nelle medesime aree, non supererà il 3% della superficie agricola del territorio comunale. 



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