Sergio Mattarella celebra i 100 anni dell’Università per Stranieri di Perugia: il discorso del presidente della Repubblica

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nell’aula Magna dell’Università per Stranieri di Perugia, ha pronunciato un discorso per celebrare i 100 anni dell’Ateneo. Il presidente Mattarella ha preso la parola dopo il rettore Valerio De Cesaris e i quattro studenti internazionali, provenienti da Camerun, Colombia, Kenya e Cina

“Vorrei rivolgere a tutti i presenti un saluto cordiale, al cardinale Bassetti, al presidente della Regione, al sindaco di Perugia, ai parlamentari presenti, al presidente della Provincia, particolarmente al corpo accademico, al personale tecnico e amministrativo e in maniera intensa alle studentesse e agli studenti dell’Ateneo. Sono grato al rettore per l’invito a essere presente in questa occasione che sottolinea i cento anni di questa università. Cento anni sono di una lunga durata, abbiamo visto prima la dicitura Inizio straordinario. E’ stato un percorso straordinario in questo secolo passato. L’Ateneo ha incontrato in questo secolo stagioni diverse, ha incontrato la stagione dei decenni in cui in Europa si erano insediate alcune oppressioni dittatoriali. Ha incontrato gli anni drammatici, sanguinosi della seconda guerra mondiale, ha incontrato le crudeltà che questo ha portato nel nostro continente, ma poi ha incontrato anche decenni straordinari, di grande suggestione e fascino: quelli della integrazione europea, della pacificazione in un continente che per secoli si era sanguinosamente combattuto al proprio interno. Gli anni della fine del colonialismo, gli anni che hanno sottolineato nella comunità internazionale l’uguaglianza, la piena dignità uguale di ogni uomo e donna sulla terra, e degli Stati e del Paesi fra di loro. E’ stato un percorso straordinario, raccolto nei valori anche della nostra costituzione, ben rappresentato dalla figura che il rettore ha pocanzi ricordato. Dopo la liberazione, la guida di questo Ateneo è stato affidato ad Aldo Capitini, campione della non violenza e della pace, che ha espresso questi valori che si andavano emergendo affermandosi nella comunità internazionale, con tante contraddizioni, lacune, distorsioni ma comunque con una sempre maggiore evidenza. Sono i valori che ha raccolto la nostra Costituzione, e in base a questi – pocanzi – il rettore ha usato l’espressione magnifica che vorrei riprendere: Nessuno qui è straniero. Sono tutti in casa propria gli studenti presenti in questo ateneo. Specchio del mondo con le sue preziose diversità, che sono anche una ricchezza che arricchisce vicendevolmente e che questo Ateneo pratica e coltiva in maniera esemplare. E’ tutto nell’ottica e nella convinzione che la cultura sia veicolo di pace, dialogo, collaborazione e amicizia. Sembrano affermazioni scontate, ma non lo sono in realtà. Perché in questa nostra stagione attuale registriamo fenomeni contraddittori, guerre e violenze, registriamo disorientamenti, registriamo grandi opportunità dall’altra parte, che vengono offerte alla vita internazionale, alla vita dell’umanità e della scienza. Con continui interrogativi, a come riprendere, a quale strada imboccare, a quali scelte compiere. E in questo c’è il compito delle università, anche di questo Ateneo con la sua peculiare caratteristica di raccogliere tante diversità, che hanno un comune valore che le tiene insieme: la cultura, l’apertura vicendevole, e l’immagine che l’ateneo ha offerto nel corso di questo secolo, di un’Italia paese accogliente, aperto. Quello che vorrei sottolineare, ringraziando il rettore della sua relazione che ha posto in evidenza i vari compiti che ha questo ateneo: quello di insegnare l’italiano e presentare l’Italia, quello di formare docenti di italiano e che possano andare in vari parte del mondo ad insegnarlo. Sono compiti di grande rilievo che meriano riconoscenza della Repubblica. Ho registrato anche alcune sollecitazioni che il rettore ha presentato, che registro e che seguirò con attenzione adeguata. Ma quello che questo ateneo fa, è stato ben raffigurato dai 4 studenti provenienti da varie parti del mondo – Camerun, Cina, Colombia e Kenya – che hanno descritto questo Ateneo, non solo come un luogo in cui si studia e si incontra professionalità docente adeguata, ma come un luogo dove i docenti esprimono anche un’attitudine e disponibilità di carattere umano che è ciò che conferisce valore all’insegnamento. Credo che un migliore complimento per questo ateneo non potesse esserci. Capacità professionale, attitudine e disponibilità umana che sottolinea il valore della cultura, e per questo l’Ateneo merita riconoscimento e apprezzamento che io esprimo con convinzione, augurando a tutti buon anno accademico“.

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