metro, bus e tram Atm a rischio per tutto il giorno a Milano

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Venerdì nero all’orizzonte. Venerdì prossimo, il 13 dicembre, è il giorno scelto dal sindacato Usb per lo sciopero generale dei lavoratori di tutte le categorie pubbliche e private. I disagi più grandi, come sempre, rischiano di verificarsi nel settore dei trasporti

A Milano potranno incrociare le braccia i lavoratori di Atm, l’azienda che gestisce il Tpl sotto la Madonnina. E proprio nel capoluogo meneghino all’agitazione proclamata da Usb ha aderito anche la sigla Al Cobas. Gli orari di metro, bus e tram non sono ancora stati resi noti, ma la circolazione dei mezzi sarà a rischio per tutto il giorno, verosimilmente con le solite fasce di garanzia al mattino e nel primo pomeriggio. Possibili cancellazioni e disagi anche per i treni regionali di Trenord. 

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I motivi dello sciopero 

Proprio l’unione sindacale di base ha diffuso un lungo comunicato per spiegare le ragioni dello sciopero, mettendo “nel mirino” il governo di Giorgia Meloni. “È ora di convocare uno sciopero generale che coinvolga tutte le categorie del mondo del lavoro e metta in movimento anche il resto della società, perché le scelte che questo governo sta realizzando hanno delle ricadute pesanti non solo sulle condizioni di lavoro ma anche sulle condizioni di vita, sul sistema dei servizi e più in generale sulle libertà democratiche e sul rischio sempre più concreto di vederci coinvolti in una pericolosissima spirale di guerra”, si legge nella nota.

“Dopo una serie di agitazioni già proclamate in diverse categorie che si svolgeranno nelle prossime settimane, dopo le manifestazioni organizzate lo scorso 19 ottobre in tutto il paese contro il ddl 1660, dopo le manifestazioni di sostegno alle ragioni della resistenza palestinese che hanno sfidato i divieti illegittimi voluti dal Ministro degli Interni, l’unione sindacale di base proclama lo sciopero generale per il prossimo 13 dicembre”, l’annuncio della sigla.

“La lista delle ragioni che spingono a convocare lo sciopero generale si allunga ogni giorno. C’è un disegno generale che il governo Meloni sta portando avanti che concentra le risorse per l’economia di guerra, aumenta le disuguaglianze sociali e ci trascina verso l’abisso di una nuova guerra mondiale. Non c’è un solo ambito della vita sociale, politica e culturale del Paese che non sia sotto attacco, dalla scuola alla sanità, dall’ambiente alla sfera dei diritti civili, dall’accoglienza alla restrizione degli spazi di democrazia. E – hanno proseguito da Usb – sul piano economico e del lavoro c’è una scelta netta dalla parte delle banche e delle grandi imprese, una politica economica che asseconda la deindustrializzazione e ci condanna alla turistificazione della penisola”.

“È il nostro futuro che questo governo sta ipotecando. Non solo perché rende vulnerabili i nostri territori di fronte all’aggravarsi della crisi climatica, non solo perché prospetta una vecchiaia di pensioni da fame per tutte le nuove generazioni, non solo perché cancella diritti fondamentali come quello di curarsi o di avere un alloggio dignitoso, ma anche perché – hanno concluso dal sindacato – vuole imporre una cultura che colpisce i diritti degli ultimi e alimenta la guerra ai poveri”.

“Vogliamo 150 euro subito”

Anche Al Cobas Atm ha riassunto le proprie motivazioni in una nota, chiedendo “aumenti salari veri” e “non premi”. “Un altro accordo che esclude una fetta consistente di lavoratori, che aumenta le differenze salariali in azienda, che discrimina e punisce, che non affronta né risolve il problema dei salari d’ingresso per i neoassunti, tanto meno della perdita del potere d’acquisto degli stipendi di tutti. In Atm si preferisce investire sui ‘vecchi’, incentivando con mille euro i pensionandi che rinviano l’esodo, piuttosto che ridare dignità al salario dei giovani”, hanno attaccato dalla sigla. 

“È pesante la responsabilità di Cgil, Cisl, Uil, Faisa, Ugl, Orsa e delle Rsu che aiutano Atm a riversare la colpa dei tagli e delle soppressioni all’assenteismo. Gli unici assenteisti sono i sindacalisti che, nonostante ‘assenti’ in perenne distacco sindacale, non perderanno il ‘premio’ mensile. Così come assenteista è la proprietà, il sindaco di Milano che, troppo impegnato sullo stadio e nella cementificazione speculativa dell’intera città, ignora gli utenti che denunciano il disastro del trasporto pubblico milanese e i tranvieri che denunciano salari da fame e la mala gestione dei vertici aziendali. Basta”, il grido del sindacato. 

“I soldi ci sono, quindi le nostre richieste sono il ‘minimo sindacale’ per una vera giustizia sociale: trasformazione di tutti i premi ad personam, incentivi ‘ad excludendum’ una tantum e premi di risultato in salario certo, non variabile, strutturale e uguale per tutti! Subito 150€ netti mensili, + 350€ a livello nazionale, senza dare nulla in cambio!  Fine dei privilegi, delle discriminazioni e dei salari d’ingresso da fame. Diritto al godimento delle ferie. Igiene e sicurezza sul posto di lavoro”, hanno concluso da Al Cobas. 

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